PaSkistan
Sabato 15 luglio, ore 12.00
Lago Superiore di Fusine (Tarvisio)
Come un sincero amante, Mose sposa le linee delle montagne nel rispetto della loro dimensione.
Enrico Mosetti, "Mose", è originario della parte italiana delle Alpi Giulie, un'enclave di splendore naturale che ha culture e persone miste. Avvicinato alla montagna dal padre e allo sci dalla madre, si innamora giovanissimo della montagna e in particolare dello sci. La bellezza dei caratteristici canali delle Alpi Orientali è per lui un richiamo all'avventura nel rispetto dell'estetica del luogo. Quindi, come un artista che ricerca la perfezione, si approccia a loro, aspettando che sia la natura stessa a chiamarlo senza mai forzare le condizioni. Sicuro della sua forza, è un appassionato delle avventure in solitaria, come la spedizione che ha affrontato da solo sulle Ande nel 2015 durante la quale ha portato a termine cinque discese importanti, tra cui la parete sud-orientale dell’Artesonraju (6.025 m) e la parete ovest del Tocllaraju (6.032 m). Inutile citare tutte le prime discese o le ripetizioni di alto livello compiute da questa straordinaria guida, da solo o in compagnia, in particolare nel suo giardino delle Alpi Giulie. A cosa serve enumerare le tele di un artista così fecondo? Enrico, come i maestri dell'estremo, è già nel pantheon dello sci estremo.
Lo sci come fuga e come arte, come sintesi dell’estetica della montagna. Con queste parole potremmo riassumere i tratti salienti di Enrico Mosetti, “il Mose”.
Chi nasce sulle sponde goriziane dell’Isonzo, si porta le Giulie nel sangue e nell’anima. È qui che Enrico, già da bambino mette ai piedi per la prima volta gli sci e capisce che questa non sarà solo una passione, ma una grande storia d’amore che continua e si evolve, dalle grandi classiche verso il richiamo, irresistibile, del ripido. A soli 17 anni, come una fuga d’amore, scende da solo l’Huda Palica, in Giulie: il canalone più lungo e forse più elegante e selvaggio di queste montagne. Da allora la ricerca continua, su linee sempre più estreme, ma tra loro legate da un fil rouge. L’estetica della linea, l’etica dell’esecuzione. Raccoglie in un certo senso l’eredità del grande Mauro Rumez, tornando a solcare con le sue tavole le grandi e temutissime linee di discesa delle Giulie come lo strettissimo canalone “Comici” a forca Berdo e la super esposta parete nord del Granda Nabois, nelle condizioni imperdibili del 2016 o la Ovest del Canin. Ma se le Giulie sono la patria del Mose, la ricerca lo porta sempre a guardare con curiosità sulle Alpi ed oltre. Così, dopo aver ripetuto molte delle grandi classiche del ripido in Alpi Centrali ed Occidentali, nel 2015 parte da solo, con un bagaglio minimo, ma idee molto chiare. Sciare le grandi vette della Cordillera Blanca. In un mese porta a casa una doppietta di discese prestigiose, da lungo tempo ambite: Artesonraju, parete S/E, Tocclaraju, parete Ovest che lo proiettano nello stretto giro dei professionisti del ripido.
Nel 2016 è in Pakistan per provare a sciare il Laila peak, tentativo fermato a circa cento metri dalla cima e funestato dalla perdita di Leonardo Comelli, grande amico e compgno di cordata, durante la discesa. Ancora nel 2017 è in Georgia e, nella primavera australe, in Nuova Zelanda per la prima discesa dalla Caroline face all’Aoraki/mount Cook.
Ma il Mose non è solo ripido e sci. Guida Alpina dal 2017, è attivo in ogni stagione ed in ogni terreno: roccia e ghiaccio, falesia e bici, tra i monti di casa e non solo. Perché non è solo un insaziabile cacciatore di linee bianche, ma anche di nuovi terreni d’avventura su roccia, sia in estate che d’inverno. Le ripetizioni delle grandi classiche d’arrampicata in Giulie, Carniche e Dolomiti si alterna alla chiodatura di nuove falesie in Istria e Bosnia, sempre alla ricerca di luoghi insoliti ed esperienze eccitanti, insieme alla banda dei compagni di gite e cordata, ispirati da un alpinismo sempre vagabondo e sognatore.